Verdello, il cadavere mummificato nel campo: «Ho seguito il mio cane, poi ho visto i vestiti. Era senza scarpe»- Corriere.it

2022-11-07 15:21:36 By : Mr. jack jia

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Parla la donna che ha trovato il corpo portando a passeggio la sua Gamora: già la scorsa settimana il cane aveva puntato in quella direzione. Test del Dna per accertare l’identità: c’è un fratello con cui effettuare il confronto

La traccia del corpo mummificato scoperto in un campo a Verdello

Quando è entrata nel campo, Gamora ha puntato dritta a destra. È una cucciola di due anni di Australian Cattle Dog, razza abile a guardia del bestiame, e in quel punto si era già fermata la scorsa settimana. Stavolta la sua proprietaria l’ha raggiunta per recuperarla, facendo la macabra scoperta. Erano le 23 di venerdì sera e nel fascio di luce della torcia del telefonino ha scorto un cadavere.

Un uomo prono, con il volto girato sul lato destro, una maglia a maniche lunghe scura, un paio di pantaloni morbidi come quelli di una tuta da ginnastica. Era senza scarpe, ne è convinta la donna, 36 anni, J.C., «Non metta il nome, ho fatto quello che avrebbe fatto chiunque altro». Delle calzature sono state trovate non troppo lontano, va capito se fossero dell’uomo morto. Il corpo era a un centinaio di metri da via De Gasperi, nel punto in cui incrocia via 2 Giugno, a Verdello, in un quartiere di villette a schiera e belle ville con giardino e, alcune, cancello in ferro battuto.

Gallery: Verdello, cadavere mummificato in un campo di mais: le foto

Di lui si sa poco, per ora, anche se aveva un documento addosso. Il corpo mummificato e il volto sfigurato dalla decomposizione fanno procedere con prudenza, anche sull’identità. Non si esclude che serva un test del Dna . Un fratello c’è, ne aveva denunciato la scomparsa ad agosto, da Milano. Venisse confermato che è lui, si tratterebbe di un marocchino di 45 anni . Si sa che doveva essere lì da tempo, per lo stato del corpo e per l’abbigliamento più leggero che autunnale. Tragedia nella tragedia, la mietitrebbiatrice che ha lavorato al taglio del mais gli dev’essere passata sopra. Il corpo era schiacciato, come la testa.

«Avranno tagliato il mais una quindicina di giorni fa, era molto alto », vanno a spanne alcuni residenti. I tempi escluderebbero una morte per incidente, farebbero piuttosto pensare a uno schiacciamento successivo al decesso, senza che chi guidava il mezzo tra gli alti fusti potesse accorgersi del corpo. Con il campo spoglio, si vede bene la sagoma lasciata sul terreno. Una volta tornati sulla strada non è immediato ritrovarla, addentrandosi di nuovo nel terreno tra gli steli del mais mozzati a pochi centimetri e le erbacce cresciute tra una fila e l’altra. Qua e là ci si imbatte in un fazzoletto di carta, una bottiglia e un recipiente di plastica. Tra scrosci d’acqua al mattino e schiarite del pomeriggio è stato un via vai di persone a passeggio con i cani, molti al guinzaglio, alcuni scorrazzanti ai bordi o dentro il campo. «Qui è sempre così», dicono i residenti.

Il pm Letizia Ruggeri ha disposto l’autopsia per accertare le cause della morte. Allo stato, non si può escludere nessuna pista, dal gesto violento al malore. Visti i luoghi e le circostanze, qualche domanda è lecito porsela. Questo non è un quartiere in centro al paese dove si arriva di passaggio , salvo una farmacia non ci sono nemmeno servizi. Davanti al campo sorgono le villette, dietro si trovano altri campi e su un lato il cantiere per la costruzione della nuova tangenziale. Né è un campo a ridosso della stazione dei treni , nel confinante Verdellino, che giustificherebbe meglio l’arrivo da Milano e il girovagare allo sbando. Inoltre, se l’uomo si fosse addentrato nell’appezzamento di terreno arrivando dalla strada asfaltata, cadendo come è stato ritrovato a faccia all’ingiù, avrebbe dovuto avere il corpo orientato dalla parte opposta, non rivolto verso la strada stessa. E ci sono quelle scarpe che non portava ai piedi, uno con un calzino abbassato, così come abbassata di poco era la tuta da ginnastica. Tutto, comunque, può essere.

Soprattutto, se non fosse stato per Gamora, chissà per quanto tempo ancora sarebbe rimasto lì, nonostante l’avvenuta trebbiatura. La proprietaria l’ha portata a casa a due mesi con quel nome. «Solo ieri sera (venerdì 21 ottobre ndr ) ho ricollegato l’espisodio della scorsa settimana. Gamora era già entrata nel campo e si era sdraiata in quel punto, è tipico della sua razza perché ha una sorta di senso di protezione. Al ritorno aveva un cattivo odore, era mezzanotte e l’ho lavata subito, ho pensato avesse trovato un animale morto. Invece era il cadavere, e ieri sera si è diretta di nuovo in quel punto». L’ha chiamata: «Gamora che cosa stai facendo?». La cucciola non tornava, lei l’ha raggiunta e ha puntato la torcia del telefonino: «All’inizio mi sembrava un sacco, poi ho visto i vestiti . Non sapevo che cosa fare, ho chiamato il 112. “Ho trovato un ragazzo morto”, ho detto. Sono arrivati automedica, carabinieri e vigili del fuoco. Ho pensato fosse lì da tempo anche perché aveva una maglietta a maniche lunghe ma leggera. Non aveva le scarpe, indossava solo i calzini. Se non altro mi consola di averlo trovarlo, così la sua famiglia potrà dargli una sepoltura ».

Anche Maya, il meticcio di Corine Calia, si è infilata spesso in quel campo. La ragazza, di 25 anni, abita in una delle villette a schiera a pochi metri. «Vedevo che si fermava a scavare, ma pensavo fosse uno dei ricci di cui va a caccia . Mai mi sarei immaginata che qui ci fosse un cadavere». L’ha scoperto venerdì sera, quando sua mamma è rientrata dal lavoro. «Mi ha detto: “Non uscire perché altrimenti stanotte non dormi”. Infatti sono uscita e non ho dormito. Sono arrivate le pattuglie dei carabinieri e i vigili del fuoco con i fari. Altre persone che abitano qui sono uscite, cercavamo di capire. Una ragazza a passeggio con il cane aveva trovato il corpo nel campo. Mai ci saremmo aspettati una cosa del genere qui».

Due vicini, del blocco di villette successive, sabato in mattinata non avevano ancora i dettagli. Lui, camionista in pensione, la sera aveva visto movimento dalla finestra: «All’inizio pensavo stessero cercando qualcuno per dei furti, era successo al distributore. Quando ho visto i fari dei vigili del fuoco ho capito che cercavano altro ». Un verdellese passa in automobile due volte a distanza di tempo. La prima fa riferimento alla nottata in subbuglio: «Mia nipote stava tornando a casa verso l’1.30 quando ha visto i lampeggianti». Poi ripassa e chiede: «Si sa chi sia? »

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