Ebola in Uganda: il primo decesso nella capitale. 54 casi confermati e 19 morti | HealthDesk

2022-11-07 16:12:03 By : Ms. Nancy Zhu Letian Mouthmask

Era una morte annunciata. L’uomo deceduto il 7 ottobre nell’ospedale di Kampala, capitale dell’Uganda era fortemente a rischio per per essere entrato in contatto con un caso accertato di infezione da virus Ebola. Quando si è rivolto ai medici era già in gravi condizioni. La causa del decesso è stata comunicata ufficialmente poche ore fa: l’uomo che proveniva da un’altra regione è risultato positivo al ceppo Ebola-Sudan dell’Ebolavirus responsabile dell’epidemia in corso in Uganda. Ora è scattata la ricerca dei contatti stretti: ne sono stati individuati 42 che vengono monitorati attentamente. Le autorità sanitarie hanno dichiarato che la capitale non è interessata dall’epidemia e che i casi segnalati continuano a essere concentrati intorno al focolaio iniziale dello scorso settembre, nel distretto di Mubende nella regione centrale del Paese a 80 chilometri dalla capitale. 

A oggi il bilancio dell’epidemia in Uganda è di 54 casi confermati e 19 decessi, di cui 4 tra gli operatori sanitari. Tra i contagiati, 20 sono stati dichiarati guariti, tra cui 5 medici.

Ma c’è il fondato timore di un aumento dei contagi dato che il focolaio si trova a ridosso di un’arteria stradale molto frequentata e data l’elevata mobilità della forza lavoro della zona costituita soprattutto da commercianti d’oro. Inoltre c’è la possibilità che il virus abbia circolato inosservato fino a tre settimane prima di venire individuato per cui molti altri casi potrebbero emergere nei prossimi giorni. La situazione è preoccupante. Ebola ha un tasso di mortalità che nelle precedenti epidemie variava dal 25 al 90 per cento e contro il tipo di virus che sta circolando in Uganda non esiste attualmente un vaccino. 

Il ceppo Sudan, che si era presentato l’ultima volta sempre in Uganda nel 2012, ha infatti caratteristiche differenti dal ceppo Zaire responsabile delle epidemie di Ebola nell’Africa occidentale e nella Repubblica Democratica del Congo contro il quale esistono due vaccini approvati e un anticorpo monoclonale come terapia. I Paesi confinanti, Tanzania e Kenya sono in stato di allerta. Gli Stati Uniti hanno deciso di indirizzare i passeggeri provenienti dall’Uganda verso cinque aeroporti attrezzati per il monitoraggio sanitario. 

Jane Aceng, ministra della salute dell’Uganda, sta chiedendo finanziamenti per acquistare i dispositivi di protezione individuale necessari a proteggere il personale sanitario. C’è bisogno di di camici monouso, guanti doppi in nitrile, mascherine, schermi facciali, copricapo chirurgici e copristivali lunghi per lavorare in sicurezza. L’Uganda, insomma, ha bisogno di aiuto. 

L’epidemia di Ebola si aggiunge ad altre emergenze sanitarie, malaria, tubercolosi, HIV, Covid-19. 

E le risorse di cui dispone il Paese sono molto inferiori rispetto a quelle delle nazioni occidentali (il 30% degli ugandesi vive con meno di 1,77 dollari al giorno). 

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